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Non si uccide un poeta a settant’anni

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NON SI UCCIDE UN POETA A SETTANTA ANNI

Ho quasi settanta anni. Scrivo poesie da oltre mezzo secolo. La prima poesia la scrissi cinquantacinque anni fa per una mia compagna di scuola. Ma lei preferì andare con il figlio di un costruttore perché aveva il motorino. A quel tempo i motorini erano pochi, i poeti molti. Oggi, al contrario, i motorini tra i giovani sono molti, i poeti pochi. L’anno scorso, sul litorale San Marco, ad Agropoli, paese nel quale vivo dal 1951, quando giunsi con la mia famiglia proveniente da Castellammare di Stabia, in provincia di Napoli, incontrai due ragazzi ( ambedue, assieme, potevano avere meno della metà dei miei anni), lui le offrì un mazzolino di rose di maggio che aveva nascosto dietro le spalle. Lei arrossì, lui era raggiante, come se avesse scalata la vetta dell’Everest. Io, come un fesso, mi commossi a tal punto che quasi quasi mi scappavano le lagrime dagli occhi. Era, questa, la vera poesia dell’amore. Di quell’amore oramai scomparso a causa delle stupidi soap opera TV, dei programmi demenziali artefatti al solo scopo di fare audience. Ebbene, cari amici de “ clubpoeti “, sono rimasto fermamente convinto che il mazzolino di roselline di primavera sia ancora un approccio d’amore. Molti, e forse a ragione, penseranno che anche un cd o un dvd, o anche un sms, possa essere un surrogato ad un fiore, una innovazione tecnologica ad un tipo di comunicazione oramai sorpassato ed antiquato. Ma, vi prego di credermi, facendo opera di volontariato al Centro Sociale Polivalente per Anziani, nel comune di Agropoli, in provincia di Salerno, tra Paestum e Palinuro, di scene d’amore della terza età ne vedo tutti i giorni. Io, sia ben chiaro, mi ritrovo in esse, e non credo ( anche perché non riesco!!!) nello sms di ultima generazione. Sono rimasto ancora al vecchio, caro, simpatico, mazzolino di fiori campestri. Di breve vita, ecologici, altamente significativi, tradizionali, di sicuro effetto. L’ultima volta che ho portato un fascio di margherite bianche a mia moglie, che amo da oltre mezzo secolo, ho visto i suoi occhi brillare. E’ questo, credetemi, un sentimento bellissimo, quasi immortale. Vorrei che le generazioni future non dimenticassero le antiche tradizioni. Fare l’amore nel fienile è diverso che fare l’amore col viagra, magari in una discoteca assordante, magari sotto l’effetto della cosiddetta bubbazza. Collaboro col CLUB DEI POETI da oltre un lustro. Ho sempre accettato le critiche positive e le critiche negative. Raramente ho scritto commenti per evitare il commento di ritorno ( tu scrivi che sono bravo, ed io scrivo che sei bravissimo!!!) oppure tu scrivi che sono analfabeta ed io scrivo che sei ignorante). Insomma il cosiddetto “cavallo di ritorno” in un circolo vizioso che non salva nessuno: nemmeno la vera poesia!!!. Avevo deciso di cancellarmi dal sito. Ma il signor Web Master mi ha invitato a riflettere. Nella mia vita non mi sono mai arreso. Non lo farò nemmeno adesso. Accetto tutte le critiche. Ma. Vi prego, siate clementi, almeno per la mia età, almeno per le mie capacità espressive, almeno per l’abbondante uso di aggettivi che dovrebbero servire, a mio avviso, a colorare il tutto. Per altre informazione “Catello Nastro” sui motori di ricerca.. Grazie e felice vita a tutti, Se passate per Agropoli telefonatemi al 339 4052920. Vi farò omaggio del mio ultimo libro. Il quarantatreesimo.

Catello Nastro

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